Estremi di una sinfonia (versione per ensemble 1993, nuova versione per orchestra 2000)

 

1.1.1.1; 1.1.1.0; timpani; 2.1.1.1; vers. orchestrale: 2.2.2.2; 2.2.2.0; 1; archi

Ecco queste mie ‘note’ su Ciaikovskij; dopo un inizio apparentemente estraneo, tratto da una marcia sull’Album per la gioventù del nostro immenso autore russo, l’ascoltatore vi scoprirà le più varie rielaborazioni della VI Sinfonia ‘Pathètique, gli ‘estremi’ per riconoscere i suoi quattro movimenti, portati a un estremo, forse, delle loro implicite latenze. Così, le dissonanze del secondo movimento vengono risolte in una serie di silenzi (anzichè in consonanze); il climax del primo tempo ispessito da microintervalli quartitonali, con il fagotto che accenna al terzo movimento prima di questa esplosione; infine, il quarto movimento viene sventagliato polifonicamente tramite la sua stessa originalissima orchestrazione, ed evidenziandone una scala discendente di appena tre suoni che si rivela un’ossatura generatrice di molte delle idee principali di tutta la sinfonia. Ho voluto scrivere un omaggio credo affettuoso, appassionato e analitico, che può aprire cuore e mente.
 L’occasione, il primo centenario della morte (1893), di cui è pervasa la suddetta sinfonia; in questa nuova trasposizione dall’ensemble originale a una piccola orchestra classica, con un tipo di orchestrazione innanzitutto funzionale prima che coloristica, secondo gli insegnamenti della Seconda Scuola di Vienna.