Non so chi conosce Friedrich Kuhlau; lo conoscono i flautisti e alcuni pianisti principianti:sono abbastanza note le sue Sonatine, di cui una ha una somiglianza incredibile con Per Elisa (non credo per puro caso, come invece succede nell’espansione decimale di Pi greco in posizione 278.377.524, se si traducono le 10 cifre in semitoni). Quasi per caso mi sono imbattuto invece nei suoi Canoni comici per tre voci maschili (1823): sono composizioni brillanti nell’effetto e nella sapienza canonica, ricche di modulazioni inconsuete nel genere, e allora piuttosto popolari. Il n.11 ‘Anticherubinismus’, si prende gioco di Cherubini, giudicato ‘troppo cromatico’. Beethoven entra nel gioco musical-testuale con il suo canone bachiano ‘Kuhl, nicht lau’ (Freddo, non tiepido), gioco di parole sul nome di Kuhlau e le note del nome Bach, dall’effetto sinistro. In appendice ai canoni a 3 Kuhlau aggiunge un canone retrogrado a 8 voci (in cui anche il testo è retrogradabile); e infine un canone enigmatico a 28 voci reali; di entrambi ho realizzato una ‘konzertgemassige Version’ (per usare un termine di Busoni, che trascrisse in modo inappropriatissimo due pezzi dell’op.11 di Schoenberg), insomma una versione da concerto che espande le potenzialità espressive dell’invenzione concettuale; e qui propongo una bozza audio solo per dare un’idea della complessità polifonica.